mercoledì 16 settembre 2015

Dove mangiare (bene) in Calabria: 5 posti che meritano, secondo me (parte I)


Dal Pollino alla Sila, dalle locande gourmet alle osterie veraci in cui "non ti conosco, non so chi sei, ma puoi anche pagare la prossima volta che vieni, se vuoi", ecco 5 posti da non perdere in terra calabra 

Cari lettori, urge confessarvi una cosa prima di proseguire con la scrittura di questo blog :  con  la nascita di mio figlio Adriano, creatività e produttività in cucina sono notevolmente diminuite, e il mio approccio al cibo nell'ultimo periodo è stato più da produttrice di brodini e pappe biologiche  che non da creatrice indefessa di whoopie pies e muffin che spignatta col grembiule sporco di farina (man mano che il cucciolo cresce conto di riprendere, anzi lo spero proprio!). Giusto per darvi un'idea: la ricetta della green velvet cake che ho pubblicato settimana scorsa è stata realizzata più o meno un paio d'anni fa :)




Però l'amore per il cibo è rimasto il medesimo e le peregrinazioni gastronomiche sono continuate, sempre alla ricerca di posti in cui celebrare il piacere della convivialità, la genuinità delle materie prime, il gusto della tradizione e la curiosità per la sperimentazione. Ed ecco che quindi oggi vi scrivo di mete mangerecce che mi sento di consigliarvi, e sempre più spesso troverete post di questo tipo tra le pagine del mio blog.
Si parte dalla Calabria perchè, nonostante non ci abiti più da circa 20 anni, sono calabra e orgogliosa della mia bellissima e controversa terra; più precisamente parliamo dell'alto Ionio cosentino, dove ho trascorso la mia ultima estate, girovagando tra Pollino, Sila e la costa ionica.

E sono stata felice di notare che  in Calabria è in atto (finalmente) un nuovo fermento proprio legato al mondo del cibo: è partito quest'anno il progetto Cooking soon, promosso da 8 giovani chef calabresi di grande talento e di alta cucina (età media 27 anni e due di loro sono "stellati" Michelin, non so se mi spiego), novelli ambasciatori della cultura calabrese nel mondo attraverso i prodotti regionali e, ovviamente, la loro arte culinaria. E secondo l'anteprima della Guida L'Espresso 2016, il miglior giovane chef dell'anno è proprio uno di loro, Luca Abbruzzino del ristorante Abbruzzino di Catanzaro. Chapeau! Io (per ora) ho provato la cucina di due chef del progetto Cooking Soon, ve li consiglio e li troverete nel "pentalogo" (perdonate il  neologismo) che segue.

Prima di tutto una nota metodologica, però:

- La lista che segue ha carattere meramente soggettivo: sono posti in cui io ho mangiato bene e respirato una bella atmosfera e dove tornerei coi miei più cari amici con la soddisfazione di dire alla fine della cena, col sopracciglio leggermente alzato: "Hai visto 'ndo t'ho portato?"

- Per il resto, i posti indicati NON hanno rigorosamente NULLA in comune tra di loro: si va dall'osteria con il menù in vernacolo e piatti della tradizione alla locanda gourmet con menu gastrofighetto che non sfigurerebbe in contesti metropolitani. Insomma, se cercate della coerenza, non la troverete.

 Dunque, che si cominci!
Se vi trovate nella zona del Pollino e siete dei veri gourmands, ho un paio di proposte per voi:



Da Celeste a Plataci (Cs)



Da Celeste merita una sorta di prologo che definirei di carattere "antropologico": ci aveva mangiato qualche tempo fa mio marito trovandosi bene, decidiamo quindi di tornarci insieme. Al telefono, al momento della prenotazione, chiedo se sia possibile pagare con il Bancomat e la persona dall'altro capo del telefono (che non mi aveva mai visto e non sapeva assolutamente chi io fossi), mi fa: "No, purtroppo il Bancomat non ce l'abbiamo ancora, ma non vi preoccupate: se volete, venite pure a mangiare e poi pagate la prossima volta che tornate".
Questo per farvi capire lo spirito e la genuinità del posto, dove il km 0 regna sovrano (e anche il capretto, che spadroneggia nel menu).
Plataci è un piccolo centro suggestivo di etnia arbereshe, dove sono nati i genitori di Gramsci e qui periodicamente vengono organizzate delle giornate gramsciane di commemorazione, per cui non stupitevi se all'interno del locale, aperto dal 1972, troverete le foto di Occhetto e Bersani.
Il posto è spartano con un bel pergolato all'esterno, dove è possibile cenare fuori durante la bella stagione. Non aspettatevi fronzoli nemmeno nel menu quindi, la scelta è limitata a quello che offre il circondario (e al capretto) ma in compenso si tratta solo di cibo molto buono in porzioni decisamente abbondanti.

 Già dall'antipasto - che vi consigliamo ovviamente di dividere - in cui spiccano tra le varie pietanze i fagiolini "poverello di Rotonda" e le uova con il peperone crusco di Senise.
I primi sono 4 di numero, tutti a base di pasta fresca tipica della zona, ovvero gli "stridglia" (una sorta di mezzo maccherone arricciato, molto buono), serviti alle erbette, al capretto (o per essere più precisi con un pezzo da mezzo chilo di capretto, alla faccia del piatto unico!), ai porcini o al basilico e pomodoro.
La parte dei secondi merita una foto della relativa pagina del menu, solo per stomaci forti e decisamente non adatto ai vegetariani (fatta eccezione per la patata imbottita).





I dessert come spesso accade nei ristoranti calabresi latitano un po' (mannaggia, perchè dalla pitta 'mpigliata al gelato di Pizzo ne abbiamo anche noi di bontà da servire a fine pasto!), in compenso il vino rigorosamente della casa non è male. Ad ogni modo ve ne andrete da Celeste con la pancia piena e soddisfatti anche del rapporto qualità/prezzo (il costo medio di una cena tutto compreso è sui 20 euro e giuro che non abbiamo approfitttato della disponibilità dei gestori ma abbiamo pagato!).
 Insomma : da provare!


Contatti
Da Celeste, viale della Libertà 13 Plataci (CS)
telefono: 339.64.45.296

Osteria Porta del Vaglio, Saracena (CS)



Cambiamo completamente stile e tipologia di locale e di menu: l'Osteria Porta del Vaglio è il locale gourmet e di alta qualità che non t'aspetti alle pendici del Pollino. Ci sarebbe molto da scrivere su questa Osteria e sul suo giovane chef, Gennaro Di Pace, che dopo un po' di anni di esperienza in Italia e all'Estero ha deciso di tornare in Calabria e di scommettere sul suo piccolissimo paese nel Parco del Pollino, Saracena, e aprire nel centro storico questa chicca per veri appassionati di cucina.
 Di De Pace ( che fa parte del progetto Cooking Soon di cui vi parlavo prima), non parlo in toni enfatici solo io ma anche nientepopodimeno che Slow Food,
che in questa bella recensione,  dichiara "Segnatevi il nome di questo giovane, e segnatevi il nome del suo locale: Osteria Porta del Vaglio, perché – ci potete scommettere – ne sentirete parlare."

E nonostante ciò, in questo posto non se la tira nessuno, tutt'altro, e lo so qual è la vostra paura: nossignore, le porzioni non sono "da fame". Ovvio, per poter gustare tutto al meglio vi consiglio di non arrivare all'Osteria digiuni da giorni, ma dopo aver mangiato lì una cena completa non vi alzerete da tavola affamati, anzi. E il costo medio, che per la stessa tipologia di cucina e locale in una grande città sarebbe almeno il doppio, si aggira sui 50 euro a persona, tutti meritatissimi, secondo me.



Ecco alcune delle pietanze presenti nel menu: tra gli antipasti, spicca la Tartara di manzo podolico (presidio Slow Food) con maionese alla curcuma, aceto di mele e gelatina di pomodoro alla pizzaiola. Tra i primi, Risotto di  Sibari  mantecato all’olio extra vergine d’oliva con porri, calamari, arancia bionda di Calabria e zenzero e l'Orzotto con soppressata,  carciofi e spuma di senape grezza e nduja. Il secondo più rappresentativo, di cui ancora ricordo il sapore, è il filetto di maiale  calabrese con salsa al moscato di Saracena, uvetta e prugne, ottimo. E finalmente dei dessert degni di questo nome, tra tutti la cheesecake alla liquirizia di Rossano, la mousse di cioccolato con fichi secchi di Belmonte e la Frangipane alle carote su brodo freddo all’arancia e crema chantilly. Pane e grissini, buonissimi e di vari gusti, sono di produzioni propria. La cantina ha vini per lo più calabri e di ottimo livello, tra cui spicca ovviamente l'autoctono Moscato di Saracena, altro presidio Slow Food.
Concludo con un monito: se non ci siete già stati, andateci, e non ve ne pentirete.

Contatti
Osteria Porta del Vaglio
Vico I Santa Maria Maddalena 12, Saracena (CS)
telefono 0981.1904655

sito
www.osteriaportadelvaglio.it

L'appuntamento è per settimana prossima, dove continueremo assieme il nostro tour gastronomico tra street food silano, patate impracchiuse e Brasilena. Non sapete di cosa sto parlando? Lo scopriremo insieme tra qualche giorno! :)


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