Il cibo consapevole e Ilpastonudo.it


Mi sono imbattuta per caso nel labirintico sito de Il Pasto nudo facendo delle ricerche per scrivere le prime pagine di Miss Critical Kitchen  ed è stato come aver trovato un punto di riferimento virtuale per realizzare il mio desiderio di creare un blog di cucina critica.  Mi sono da subito innamorata del progetto per la sua filosofia, la sua semplicità, la completezza di informazioni e approfondimenti  e per l'armonia delle molti voci che  lo compongono.

Gli dedico questa pagina perchè è già stato e so che sarà fonte di grande ispirazione per me e perchè voglio che lo conoscano più persone possibili.

Ideatrice, creatrice e padrona di casa assoluta del Pastonudo.it è Sonia Piscicelli, in arte Izn. Il sito nasce cinque anni fa dal suo blog di cucina per diventare quello che è ora un crocevia di idee rivoluzionarie che si incontrano e si completano sul tema della cucina e del cibo consapevole, un percorso a cui si sono man mano unite tante altre voci autorevoli e competenti che scrivono delle rubriche fisse all'interno del sito. 

Vi lascio alle parole di Sonia prese direttamente dal suo blog nella bellissima pagina "Vola solo chi osa farlo" e vi invito a seguire e condividere il suo progetto (anche acquistando il libro "Il cibo consapevole", realizzato grazie ad una bellissima azione di crowdfunding dei suoi lettori, io l'ho ordinato on line e non vedo l'ora di leggerlo, se volete potete acquistarlo qui!)


"Dedico pensieri e ricette che troverete qui sul pasto nudo a persone vive, testarde, e molto pazienti; a chi vuole emanciparsi dai consigli interessati delle riviste, dai medicinali da banco, dalla pesantezza che si prova dopo mangiato.
Io credo che il più delle volte questi problemi siano legati alle tossine che assorbiamo quotidianamente attraverso il cibo, e al modo nel quale decidiamo di nutrirci.
Si sente sempre più spesso parlare di persone che non sanno più cosa mangiare o dei fantomatici test per le intolleranze che costringono a eliminare in un colpo solo latticini, pasta, pomodori, cioccolata e altri cibi che rientrano nella nostra quotidianità e tradizione. Nella maggior parte dei casi esistono buone probabilità che queste persone siano in realtà intolleranti non tanto al cibo che assumono, ma alle manipolazioni alle quali il cibo viene sottoposto, che avvengono durante le fasi di produzione, conservazione e distribuzione.
Il nostro organismo reagisce agli antibiotici e agli ormoni che si trovano nel latte, ai pesticidi che ci sono sulla frutta e sulla verdura, alle radiazioni a cui è stato sottoposto il grano. Molti mal di testa cronici sono scatenati dalla salsa di soia o dal dado al glutammato monosodico, o anche dall’abitudine di dolcificare tè e caffè con l’aspartame (ma lo zucchero bianco non è molto meglio).
E poi ci sono i processi di maturazione artificiale delle banane e dell’ananas, gli additivi e i solfiti del vino, la gasatura delle arance, i diserbanti, i concimi, gli antiparassitari, gli antiossidanti, i coloranti, gli antifermentativi, gli stabilizzanti, i conservanti, gli antimicotici, gli antiputrefattivi… e si potrebbe continuare per ore.
Last but not least, nel ventennio tra il 1960 e il 1980 l’importanza dell’allattamento al seno è stata sottovalutata in favore di latte artificiale prodotto chimicamente o di latte vaccino industriale. Questa abitudine ha favorito ulteriormente l’aumento di allergie, difficoltà digestive e altre patologie.
La sensibilità ai veleni varia molto da persona a persona, come la naturale capacità del corpo di disintossicarsi. Alcuni riescono a liberarsi delle tossine facilmente, altri le stoccano nel corpo più a lungo, depositandole nel cervello e in altri organi. Questo è il motivo per cui alcune persone sono più intossicate di altre.
A prescindere dai gusti individuali, ognuno ha una predilezione per determinati alimenti, che spesso coincide con il bisogno istintivo di assumere proprio i nutrienti che vi sono contenuti. Succede anche che allo stesso alimento cucinato in modo diverso (fritto o bollito o in padella), o mangiato in un momento della giornata piuttosto che in un altro, l’organismo reagisca diversamente.
Per questo è indispensabile imparare a riconoscere i segnali che il nostro corpo ci invia, diversi per ognuno di noi, e osservare attentamente le nostre reazioni per assecondare solo le scelte che ci fanno sentire bene.
Non è possibile suggerire regole che valgano per chiunque, demonizzando un alimento o sconsigliando un metodo di cottura; quello che vale per te oggi, potrebbe non essere più adatto tra qualche giorno e deleterio per un’altra persona.
L’unico principio che si può essere certi valga per tutti è non esagerare con le quantità.
Uno dei concetti più difficili da comprendere, a causa della nostra educazione pragmatica, è l’energia vitale insita negli alimenti.
Ogni organismo vivente possiede un’energia, e nutrendoci di esso assumiamo per prima cosa questa energia, e solo secondariamente proteine, vitamine, grassi, e tutto il resto.
Ed ecco che mangiare la carne di un pollo che ha sofferto per tutta la vita chiuso in una gabbia dove a stento poteva girarsi, col becco amputato e costretto a nutrirsi di farine animali e ormoni, significa mangiare un organismo praticamente privo di energia vitale, imbevuto di tristezza, rabbia, impotenza, e tutto ciò che un povero quasi-volatile può provare in quelle condizioni; oltre al fatto che assorbiremo invariabilmente tutti i medicinali e gli ormoni che il suo organismo non ha avuto la possibilità di eliminare. I vegetariani risolvono questo problema radicalmente evitando di mangiare animali e spesso qualsiasi loro derivato; rispetto profondamente questa scelta, ma per quanto mi riguarda per adesso sento il bisogno di mangiare carne, anche se cerco di limitarne l’uso più possibile. Però voglio almeno che gli animali che sono stati sacrificati per me abbiano trascorso una vita degna di essere vissuta.
Questo è il motivo per cui quando parlerò di carne mi riferirò sempre ad animali che abbiano avuto una vita felice e abbiano mangiato il cibo per il quale sono nati. Vale a dire carne proveniente da allevamenti biologici certificati, meglio ancora se con il metodo demeter.
Quando parlerò di frutta e verdura sottointenderò frutta e verdura di stagione, coltivata nel rispetto dell’ambiente e senza impiego di pesticidi, conservanti, insetticidi chimici e altro. Ovviamente darò chiare e diffuse indicazioni di dove trovare questo tipo di alimenti, di come sceglierli, e anche qualche tabella per confrontare i prezzi dei prodotti biologici con quelli “normali”, che probabilmente vi riserverà qualche sorpresa.
Insomma, esiste un modo parallelo di nutrirsi. Il contro è che questo modo implica il fatto di doversi inizialmente complicare significativamente la vita cambiando gran parte delle proprie abitudini.
Questo blog non è adatto a chi ama le cose facili e veloci, come i fagioli precotti, la pasta surgelata da saltare in padella pronta in tre minuti, o il supermercato sotto il portone di casa. Purtroppo alimentarsi nel modo giusto è complicato. E non basta decidere di votarsi al biologico (per quanto il biologico sia ormai una realtà molto seria in italia). Mangiare nel modo giusto è una scelta di vita che inizialmente può essere molto complicata da seguire.
È un impegno continuo a leggere *tutte* le etichette di ciò che si acquista, a domandare, indagare, scoprire da dove proviene il cibo e come è stato preparato, conservato, trasportato.
Non so quante volte mi sono sentita dire che “con tutti i veleni a cui siamo sottoposti ogni giorno” non è possibile sottrarsi a tutti gli attacchi e che quindi è meglio rilassarsi e mettersi l’anima in pace.
La risposta è che il corpo umano ha un limite di tossine che può metabolizzare, superato il quale, non riesce più a eliminarle e comincia ad accumularle nei tessuti adiposi, nelle articolazioni, dovunque riesce a stoccarle. Continuando su questa strada, è inevitabile ammalarsi, sviluppare allergie e reazioni più o meno gravi. Il nostro corpo sta semplicemente cercando di dirci qualcosa.
A questo punto debbo precisare che non sono un medico, non sono un’esperta in scienze dell’alimentazione. Sono un grafico, un decoratore, un fotografo. Sto parlando solo della mia esperienza personale, nella speranza che le cose che ho scoperto possano essere utili anche ad altri come sono state una salvezza per me.
Queste pagine sono semplicemente un racconto di cosa è successo a me.
Nel tempo ho imparato a mantenere il mio livello di tossine più basso possibile. Il plus inaspettato è stato sentirmi finalmente bene, veramente bene, dopo anni, da subito. Vale a dire non sentirmi in difficoltà dopo aver mangiato, come se ogni volta avessi assunto piccole dosi di veleno invece che cibo. Non penso di vivere più a lungo mangiando in questo modo, ma di vivere molto meglio nell’immediato.
Decidete oggi di nutrirvi in modo consapevole per un paio di settimane.
Imponetevi di essere costanti.Alla fine di queste due settimane saprete tutto quello che intendevo dire" 

Sonia Piscicelli, www.ilpastonudo,it




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